Buona Pasqua 2020!

di

Samantha Maggi

Photo by Sven Brandsma on Unsplash

Riti pasquali in Alto Oltrepò, tra sacro e profano.

Purtroppo quest’anno , a causa delle restrizioni legate al Covid-19, mi perderò una delle tradizioni pasquali più suggestive e immutate di tutta la Provincia di Pavia ovvero quella della zona di Romagnese, una commistione di sacro e profano che mi ha incantata sin da piccola e a cui ho sempre partecipato anche perchè quelli sono i luoghi della mia infanzia, le terre dei mie nonni, quella splendida zona dell’Appennino crocevia di quattro province, tra Lombardia, Piemonte, Liguria ed Emilia, in cui le rispettive tradizioni e usanze si incrociano.

Si comincia il Giovedì Santo con un rituale prettamente religioso, una processione che parte dalla bella chiesa secentesca di Romagnese, borgo medievale vivace e suggestivo, dominato ancora dal castello trecentesco dei Dal Verme, ora sede del Comune. Cerimonia religiosa sì, ma decisamente coinvolgente poiché la processione che parte dalla chiesa di San Lorenzo è al seguito di un anonimo penitente incappucciato che indossa una tunica rossa e porta sulle spalle una grande croce di legno per raggiungere la chiesetta di una frazione vicina, Casa Picchi

Naturalmente la processione è il simbolo della salita di Gesù al Calvario e ricordo che da piccola vi presi parte una sola volta poiché, non capendo bene il ruolo dell'incappucciato, ne rimasi un po’ impressionata e non volli più partecipare! Per noi bambini era sicuramente più esaltante quello che, invece, si svolgeva e si svolge ancora il Venerdì Santo, rito a cui anche le mie figlie oggi non vogliono mancare… il grande falò.

Ogni paese della vallata, nei giorni precedenti al Venerdì Santo, accumula, in un luogo ben preciso e tendenzialmente sempre lo stesso da anni, forse da decenni, legna, fascine, carta, erba secca creando un cumulo altissimo. Il nostro paesino è Casa Rocchi, a quasi mille metri di altitudine, circondato da boschi con stupendi scorci su tutta la vallata e lì, nel periodo di Pasqua, ci ritroviamo puntualmente con le famiglie dei nostri amici il venerdì sera nel campo del falò ed è in genere la prima volta in cui ci si rivede tutti insieme dopo l’inverno.

Si chiacchiera, si beve, i bimbi giocano e scherzano e si attende, infreddoliti, l’accensione del grande falò che deve avvenire in sequenza con quelli di tutte le altre frazioni della vallata e così, ben presto, i fianchi bui delle montagne boscose sono illuminati da tanti puntini arancioni, tante fiaccole immaginarie che seguono da lontano la processione della statua di Cristo morto giù nel capoluogo, a Romagnese, mentre noi finalmente ci riscaldiamo ammirando, incantati, il fuoco enorme che brucia e illumina tutto il campo.

Eccoci arrivati al Sabato Santo con una tradizione che in questi ultimi anni ha ripreso vigore attirando anche tanti “furest” (gente non del luogo, in dialetto locale). La Galina Grisa (La gallina grigia) prende il curioso nome dalla strofa di apertura del canto rituale di cui trovate il testo e un video qui sotto, ovviamente in dialetto. Diversi gruppi di cantori e musicisti, tra cui fisarmonicisti e pifferai, si spostano, di frazione in frazione, su percorsi diversi intonando canti tipici della tradizione popolare delle quattro province e soprattutto, appunto, la canzone La Galina Grisa.

Nelle aie e nei cortili una volta la gente offriva principalmente uova (probabilmente simbolo di rinascita nonchè prodotto sempre disponibile anche nelle case più povere ) e soldi per la chiesa. In effetti ricordo molto bene quando, da piccola, aspettavo i cantori sul terrazzo dei nonni e, dopo avere ascoltato le loro voci potenti intonare La Galina Grisa, mia nonna scendeva a mettere qualche uovo e qualche spicciolo nella loro “cavagana” (cesta). La “processione pagana” terminava poi a Romagnese con una grande frittata collettiva e del buon vino rosso.

La tradizione oggi rimane sostanzialmente la stessa solo con “banchetti” più ricchi: quando arrivano i cantori a Casa Rocchi (ma anche nelle altre frazioni) alcune famiglie si sono organizzate per offrire loro, e a tutti quelli che li seguono, salumi, focacce, formaggio, torte salate e sempre tanto vino per poi continuare verso Romagnese che rimane l’apice della festa ma…solo per i più stoici, proprio perché dopo tanto cantare, mangiare camminare e soprattutto…tanto vino non tutti arrivano fino in fondo!

E' con questo percorso, quest’anno virtuale, tra aie, canti, risate, splendidi paesaggi, danze, buon cibo e buon vino che auguro buona Pasqua a tutti!

La galina grisa

«Süza süza, gh'è chì 'l galante
de la vostra galina griza.
E la negra, e la bianca
püra che la canta (bis).

E gh'è chì la Santa Pasqua
con l'erba e coi bei fiori (bis),
e con l'erba e coi bei fiori
e la fresca rugiada (bis).

È venuta d'una brinata
e l'erba la si n'è 'ndata (bis).
Ed è venuta d'una rugiada
e l'erba l'è ritornata (bis).

In co de l'orto gh'è fiorì la fava,
dentro dentro in questa casa c'è la gente brava (bis).
E se lei la sarà brava
la mi darà le uova (bis).

E dami delle uova
della vostra gallina (bis).
In co de l'orto gh'è fiorì la rosa,
dentro dentro questa casa c'è la mia morosa (bis).

In co de l'orto gh'è fiorì la vessa,
dentro dentro questa casa c'è la mia belessa (bis).
Met la scala al casinôt,
öv dêi zü a vôt a vôt (bis),
meta la scala a la cascina,
öv dêi zü a la ventina (bis),

La luna, la luna cavalca i monti
questa l'è l'ora di fare i conti…
e una micca e una rubiöla
la farìzam föra (bis)!

E ch'la ma scüza sciura padrona
sa l'um cantà da spresia (bis),
la cantrum mei da vegn indré
suta la sua finestra (bis).»

Video canzone "La galina grisa 2019"

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Autrice

Samantha Maggi

Da appassionata di storia e arte mi sono laureata nel 1999 in Scienze dei Beni Culturali all’ Università di Pavia per poi superare gli esami per diventare Guida Turistica Abilitata di queste splendide e così diverse città lombarde: Pavia, Milano, Como.
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8 Kommentare für “Buona Pasqua 2020!”

  1. Bellissimo articolo, mplto dettagliato, che mi ha fatto vivere dentro alla tradizione di questa terra come se fossi dul posto. Grazie

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